Contatto visivo
Manuale di Sopravvivenza per Bradipi in Antartide

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Capita a diverse persone autistiche di fare fatica a sostenere lo sguardo. Non a tutte in verità, ne ho conosciute alcune che ti fissano come se ti stessero fotocopiando l’anima e devo dire che mi sono trovata piuttosto a disagio.

Perché da sempre in questo ho difficoltà. Se devo guardare negli occhi, devo forzarmi tanto e non riuscendo a puntare lo sguardo su entrambi gli occhi (penso sia normale), passo da un occhio all’altro di continuo. Mi sembra di guardare una partita di tennis tutte le volte. E dopo un poco mi viene il mal di mare, spesso anche al mio interlocutore.

Allora lo stratagemma che adotto più frequentemente, è quello di guardare le labbra o un punto in mezzo agli occhi e se sono abbastanza lontani, non se ne accorgono e funziona. Se si avvicinano troppo, mi si incrociano gli occhi e in più stai invadendo il mio spazio. Allora comincio a sbattere le palpebre, a guardare per terra, di lato e da tutte le parti.

Se mi trovo con persone amiche o con le quali mi trovo a mio agio (perché a pelle mi ispirano fiducia e soprattutto perché rispettano il mio spazio, non mi fissano e non mi toccano di continuo quando parlano), allora devo dire che non ho tante difficoltà. O forse semplicemente non ci faccio caso. Altrimenti è un macello!

Poi le cose sono due:

O ti guardo negli occhi o ascolto quello che mi stai dicendo. Cosa è più importante?

Diciamo che preferisco concentrarmi su quello che mi viene detto. Mi sembra più proficuo e rispettoso.

Vorrei chiarire che non è una questione di scortesia, pure quando parlo con mia madre, se si avvicina troppo devo guardare da qualche altra parte. Continuare a dirmelo o peggio, picchiettarmi un braccio, non cambierà le cose, anzi! Mi metterà ansia e ti guarderò ancora meno, trovando la minima scusa per scappare via.

Quando parlo io ho la stessa difficoltà. Devo pensare a quello che sto dicendo, a come lo sto dicendo e a cosa può sembrare quello che sto dicendo… Non mi viene proprio tutto automatico e perdo facilmente il filo. Anche per questo spesso tendo ad interrompere mentre parlo. Dovrei prendere appunti di continuo, perché quello che ho in mente si volatilizza nel giro di niente e lo devo dire subito se non voglio dimenticarlo.

Scrivere è più facile. Ho il tempo di pensare a quello che devo dire e alla forma giusta per dirlo. Posso prendere appunti e dimentico molte meno cose. Inoltre non devo guardare nessuno facendolo, devo solo pensare a cosa mi dicono, a quello che devo dire io.

Bradipi in Antartide
[Descrizione immagine: Nella prima vignetta il pinguino dice “scusa potresti guardarmi quando ti parlo?”. Nella seconda il pinguino con gli occhi a spirale ipnotica, continua a dire “guardami, guardami”. Nella terza il Bradipo, ha l’aria sconvolta. Nell’ultima il pinguino continua a parlare mentre il Bradipo pensa “non ho la minima idea di che cosa stia dicendo” però lo guarda.]

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Scritto da Tiziana - Maggio 4, 2020 - 2759 Views

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