Equilibrio tra movimento e quiete
Manuale di Sopravvivenza per Bradipi in Antartide

Equilibrio tra movimento e quiete

Questo post nasce da una conversazione con una persona che stimo molto. Mi ha descritto queste dinamiche e mi ci sono riconosciuta, come spesso mi capita quando mi confronto con altre persone autistiche.

È in cantiere da un po’, lasciato decantare per settimane, come tutte le volte, è nato con lentezza. Descrive qualcosa che ha condizionato la mia vita a lungo e che continua a condizionarla. Per anni mi sono fatta una colpa per questo periodico bisogno di isolamento. Ho provato a resistergli, ritenendolo qualcosa che andava ad intaccare la mia produttività, la mia capacità di funzionare e più gli resistevo, più mi devastava.

Tale bisogno può sopraggiungere dopo un momento faticoso o gioioso. Perché se qualcosa è intenso, lo è a prescindere dal suo segno positivo o negativo. Il bisogno di fermarsi a ricaricarsi osservando tutto dalla propria confortevole bolla (mi riservo di fare un altro post sulla tanto abusata, ma a volte salvifica bolla), ormai so che è fisiologico. Ho imparato a fatica ad accettarlo come parte di me, come momento di differente produttività, perché in questi momenti maturano le decisioni, le idee, si schiarisce il paesaggio. Ho imparato però ad accettarli senza indugiarci troppo dentro, perché tende ad inglobare come le sabbie mobili e li allora partono paranoie, senso di solitudine, profonda tristezza, mancanza di fiducia nelle mie capacità.

Ma forse è così per tutti. Forse la vita è equilibrio tra forze contrastanti che dobbiamo imparare a gestire. Equilibrio tra movimento e quiete, per cui quando il movimento arriva al suo apice arriva la quiete e viceversa.

Per voi come è? Così? Diverso? E in cosa?

Mi interessa dare una sbirciatina nel vostro mondo

[Descrizione immagine: La vignetta è la prima di una striscia ceh si intitola “Equilibrio tra movimento e quiete”. è divisa in due a sinistra ci sono il Bradipo e un pinguino che parlano. In lato c’è scritto “PRIMA”. A destra c’è una casa gialla con le tapparelle chiuse, sopra al tetto c’è scritto “1,2,3 giorni – 1,2 settimane”]

La socialità mi stanca molto.

La cerco, ne ho bisogno, ma mi fa paura e mi esaurisce.

Sono molto ambivalente: a periodi apparentemente estroversa, per poi rifugiarmi puntualmente nel mio mondo.

[Descrizione immagine: in basso, sotto la didascalia, c’è una batteria quasi scarica. A sinistra in alto nella zona alla fine carica, c’è un letto con le coperte. A destra ci sono il Bradipo e i pinguini intenti in discorsi]

Direi che essere autistica, è per quanto mi riguarda, barcamenarsi continuamente tra la limitatezza delle mie energie e la voglia di fare ed essere nel mondo.

[Descrizione immagine: a destra c’è la gamba del Bradipo trattenuta da una mano nera che si allarga in una macchia nera, dentro alla quale c’è la scritta: “sforzo fisico”]

Fare e relazionarmi con gli altri, mi fa stare bene e male. Non li capisco molto spesso e mi stancano anche, tanto che a periodi vorrei stabilirmi in pianta stabile nel mio antro. Che dopo un po’ però, mi afferra e fagocita non lasciandomi andare. Diventa una macchia nera che avvolge, e uscire una volta che sei entrata è arduo.

Uno forzo fisico.

[Descrizione immagine: in basso al centro ci sono degli occhi al centro dall’espressione atterrita. Attorno ci sono degli occhi che osservano, con delle linee tratteggiate che vanno verso gli occhi al centro]

Una volta uscita a fatica, mi sento esposta, quasi nuda e vulnerabile al giudizio. Come se avessi tutti gli occhi puntati addosso e che si attenda solo un mio errore. Quando l’errore non arriva e riesco a “fare bene”, divento fiduciosa delle mie capacità e di “poterlo rifare” altrettanto bene. Viceversa, più rimango chiusa, più mi sento molto incapace di rapportarmi e di fare qualsiasi cosa.

[Descrizione immagine: Bradipo stravolto, solleva un bilanciere pesantissimo. Ha dei pantaloncini rossi, le guance rosse, gli occhi iniettati di sangue e il sudore che schizza da tutte le parti. Ha una postura claudicante]

Spesso, penso alle mie abilità sociali come a dei muscoli da allenare e sviluppare, ed effettivamente a volte è stato così. Ma tante altre, non c’è esercizio che tenga

[Descrizione immagine: In basso c’è un enorme masso a forma piramidale, da sotto spunta la zampa del Bradipo che dice: “ciao, a tra qualche giorno!]

Alla fine ho solo voglia di nascondermi sotto una pietra. E quando improvvisa arriva la stanchezza, da fuori raramente capiscono, perché stava andando tutto apparentemente bene. Magari stavo in una delle mie fasi di iperattività e dopo queste, la stanchezza arriva sempre improvvisa e mi sento quasi in colpa per non riuscire a stare in mezzo alla gente, per non poter fare diverse altre cose.  Devo necessariamente ritirarmi.

[Descrizione immagine: in basso è raffigurato un tiro alla fune. Una fune e due mani che la tirano da parti opposte verso la loro parte]

È come un tiro alla fune interiore. Come una marea che ho imparato ad assecondare, ed eventualmente a combattere quando mi tira troppo a fondo. Per raggiungere un equilibrio fra forze contrastanti.

[Descrizione immagine: Il Bradipo sopraffatto con le mani alle orecchie per non sentire delle voci che gli dicono “non sei capace” – “ma cosa pensi di fare”]

Mi stanco quando “faccio” e sto nel mondo e mi stanco pure quando vado in ritiro a ritemprarmi, perché alla lunga mi sento distante da tutti, lontana chilometri. Allora si rifanno sotto tutte quelle voci antiche che amano dirmi:

 “non sei incapace” – “ma cosa pensi di fare”

[Descrizione immagine: Bradipo dentro ad un acquario. Ha una muta da sub, maschera e tubo. Attorno alla sua testa ci sono 4 pesci colorati. Ai lati ci sono due pietre da cui spuntano delle alghe. Attorno tante bolle d’aria]

Tutte le volte sento che ne potrò uscire solo con uno sforzo sovrumano. Guardo tutti come dietro i vetri di un acquario e non li capisco. Tutto è senza senso.

[Descrizione immagine: in basso c’è un cerchio tracciato con un pennello nero. Raffigura un Uroboro, su sfondo carta color avorio. L’urobòro è un simbolo rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine. Simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l’unità, la totalità del mondo, l’infinito, l’eternità, il tempo ciclico, l’eterno ritorno, l’immortalità e la perfezione (da Wikipedia)]

Sento bisogno di riposo ma il riposo diventa immobilità, che diventa nascondersi e sentirsi di nuovo ai margini, incapace. Lotto ancora per tornare fuori e tutto ricomincia.

In un ciclo continuo.

Scritto da Tiziana - Aprile 18, 2023 - 1449 Views

2 Commenti

  • Emanuela Aprile 20, 2023 a 1:13 am

    Ciao Tiziana
    questa è la descrizione esatta di ciò che sto vivendo in questo periodo (o forse da tutta la vita) leggere il tuo blog….. un pochino mi aiuta a non pensare che sono pazza…. credo che sia difficile capire da fuori, ma sopratutto da spiegare… io non sarei capace di farlo perché è qualcosa che succede e non qualcosa che decido di fare…. però poi quando lo leggi sul web…. scopri che è esattamente quella cosa che capita proprio a te!!!
    Il nuovo lavoro mi appassiona molto…. ma mi scarica la batteria, lavoro con le persone…. per cui…. sai qual’è la cosa pazzesca? che sono considerata brava e la mia bravura è nella relazione di aiuto! riesco a capire le persone in difficoltà e ad esserli vicina… ad entrare in relazione Ag agganciarle….. ma poi mi stanco e mi devo chiudere….. e succede sempre…. oscillo tra la ipersocialità…. e l”antisocialità estrema….. poi questa stanchezza comporta: che mi dimentico di chiedere le ferie (la procedura formale), di timbrare il badge, di rispettare gli orari di entrata e uscita, di fare la pausa pranzo …. etc….. la segreteria è sempre arrabbiata con me perché ‘mi dimentico’ le procedure formali che mi riguardano….. e che tra l’altro andrebbero a mio vantaggio…. così è…. sto valutando attentamente la possibilità di comunicare chi sono….. certo un assistente sociale autistica stonerebbe un po’!!
    Ciao e grazie per il tuo blog
    Emanuela

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    • Tiziana Aprile 20, 2023 a 8:27 am

      Grazie a te per il tuo commento 🙂

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