La storia di Bradipi in Antartide
Le Cronache del Bradipo

La storia di Bradipi in Antartide

Come è nato “Bradipi in Antartide”?Perché?Chi me lo ha fatto fare?

Scherzo ?

Penso sia venuto il momento di raccontare quanto questo spazio sia stato e sia importante per me, quanto mi abbia aiutata e mi aiuti ancora oggi.
Se vi va, buona visione ?

TRASCRIZIONE VIDEO

Ciao da una location un po’ insolita.

Niente antro buio.

Niente brad caverna.

Ho deciso di provare a fare i prossimi video in giro, se ci riesco, non garantisco nulla.

Dovrò combattere con la mia timidezza e ritrosia per la gente che mi osserva facendosi i cazzi miei, quindi, potrei lasciarmi andare a molti più “ehm cioè” del solito. Magari li taglio o forse no.

Detto questo, ciao.

Io sono Tiziana la persona che sta dietro a Bradipi in Antartide

Da diverso tempo penso di raccontare la storia di questo spazio. Come è nato, perché ecc…

Forse non fregherà niente a nessuno, ma io lo faccio lo stesso.

Ok Bradipi in Antartide nasce nel maggio 2019, durante un periodo proprio di merda.

Gli devo molto perché grazie al Bradipo l’ho superato quel periodo elaborato e capito diverse cose di me.

Non mi ero mai esposta prima, o almeno non così. Sono sempre stata terrorizzata praticamente da tutto e ho passato la vita a rendermi invisibile perché mi lasciassero stare sostanzialmente. Tutto questo quindi, questo spazio, esporsi, è ed è stato molto difficile ma vitale al tempo stesso. All’inizio di alcuni video del bradipo forse avrete notato l’animazione di una scatola che saltella qui e là e ad un certo punto esplode e ne esce fuori il bradipo. Quella è la mia di scatola, che è stata la mia casa per anni, quasi tutta la vita. Grazie al Bradipo l’ho aperta finalmente e trovato il coraggio di farmi vedere, con la precauzione di una sorta di schermo che era proprio il bradipo. Ad un certo punto ho pure indossato una maschera da bradipo (magari potrei rifarlo prossimanente).

Il blog doveva essere il luogo per ospitare tutte le storie che mi si agitavano dentro, quelle che mi tenevano sveglia la notte a ridere o a pensare da sola. Un posto per farmi vedere, uscire dall’invisibilità. E i primi post del blog sono i pezzi di una storia che non ho ancora finito (tanto per cambiare). Un giorno mentre cercavo di capire come si sarebbe chiamata questa storia, leggendo un manuale di scrittura creativa, una frase mi ha folgorata: “ricordatevi di dare il giusto contesto ai vostri personaggi. Non mettete che ne so… un bradipo in Antartide”. Cavolo, ma io ero un bradipo in Antartide! Sempre fuori luogo, fuori tempo… Quindi nessun interesse assorbente sui Bradipi, sono carini ma no. Anzi questo termine “interesse assorbente” ha proprio fratturato gli zebedei.

Quindi dicevo, decisi che la mia storia si sarebbe chiamata così e pensai di aprire un blog, una pagina fb e un profilo Ig, per condividerne i pezzi così che potesse leggerla qualcuno e sentirmi spronata a finirla.

All’inizio non mi si cagava nessuno ed è stato molto difficile continuare a pubblicare. Mi sono sentita a tratti una stupida, vergognata di tante pessime battute, ho avuto tante volte paura di aver messo troppo di me dentro ai post che condividevo (succede ancora). Ma ho continuato.

All’inizio non parlavo solo di autismo o almeno non direttamente, parlavo di me, in un secondo momento ho cominciato a sentire forte l’esigenza di parlarne invece. Vedevo che in tanti avevano bisogno di capire e di sdrammatizzare anche perché appena atterrati in questo fantastico mondo (in prima persona o come genitori), ne erano terrorizzati. Quando sono spaventata mi è incredibilmente utile capire cosa sta succedendo, spiegarmelo, ironizzarci su. Mi ha sempre salvato e ho provato a farlo spiegando quel poco che ci avevo capito fino a quel momento e quello che continuavo e continuo a capire ogni giorno, provando a raccontarmi nel frattempo. Ho pensato di farlo nel modo in cui imparavo a scuola. Con degli schemini, scarabocchi, disegnini. Poi sono arrivate le vignette, ma io non avevo mai disegnato. Pensavo di non poterlo fare assolutamente. Insomma, io pensavo di non poter disegnare perché un disegno doveva avere le linee dritte e io non le so fare. Ma da un po’ ho una nuova filosofia di vita, a quel paese la perfezione e le linee dritte. Ricerco le linee storte, quelle tremolanti, incerte. Questo è stato determinante per lasciarmi andare sempre più e provare a cercare uno stile. Man mano che lo cercavo il bradipo cambiava, poi è spuntata anche Tiziana e poi eccomi qua, ci sono anche io al di là dei disegnini.

Questa per sommi capi è la storia di come è nato bradipi in Antartide  che all’inizio era solo un blog, poi una pagina Facebook, uno spazio su Instagram e un canale YouTube.

Ah sono a Siracusa oggi, questa è l’area archeologica. MI sono ritagliata uno spazietto all’ombra, oggi fa proprio clado, ma qui si sta bene.

Ok, non vi trattengo oltre, alla prossima, ciao a tutti.

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Scritto da Tiziana - Settembre 12, 2022 - 2176 Views

3 Commenti

  • franco boiti Settembre 18, 2022 a 8:48 am

    Ci tengo però a ricordare che secondo me non ci sono autistici e non autistici ma siamo tutti tra livello 0,00001 e livello 100%, quindi è ognuno è bravo e portato a certe cose nella vita e meno in altre, ma in una scala infinita senza pregiudizi o classificazioni, odiose e assurde causate solo da paura o egoismo.

    Risposta
  • franco boiti Settembre 18, 2022 a 8:44 am

    Alcune valutazioni personali sull’autismo
    Io, da bravo ingegnere (ormai sono in pensione quindi staccato da freni sociali o simili)
    Ho imparato una regola fondamentale: “L’energia interna di un sistema termodinamico isolato è costante.” E penso sia applicabile a tutto; generalizzando, gli autistici sono meno bravi in socializzare, ma sono molto piu bravi in tante altre cose; vien in mente il film “L’uomo della pioggia” dove il fratello autistico sbanca il banco al casinò perchè memorizza tutte le carte, o conta in pochi secondi quanti fiammiferi sono nella scatola dei cerini…
    Quelli imprenditori che hanno assunto autistici dicno che in alcuni lavori piu difficili sono molto piu bravi delle persone “normali”. In genere dove ci vuole piu pazienza e concentrazione vanno molto meglio loro !
    A un imprenditore che ha ssunto solo autistici per assemblare schede elettroniche chiedevano se nella produzione ci rimetteva e la risposta era che produceva uguale perchè il tempo singolo era si maggiore ma gli scarti erano zero. E qindi era contentissimo. Tra l’altro la opzione scarti zero dovrebbe essere la opzione di tutti noi pensando allo sviluppo sostenibile e quindi senza sprechi.

    Risposta
  • franco boiti Settembre 18, 2022 a 8:02 am

    La commissione sull’autismo dopo 28 anni ha finalmente dichiarato che è impossibile, pur con tantissimi test, arrivare a definire da quale livello in poi sei autistico e prima sei “normale”. Caso mai la valutazione viene lasciata all’esperto che parla con te. Classico scaricabarile italiano: era piu semplice dire che l’autismo non è un difetto o una malattia ma semplice il livello di “socializzazione” o “comunicabilità sociale” delle persone che va da 0,000001 a 100% e forse anche oltre ! Ciao e congratulazioni per aver cominciato a liberarti di un fardello assurdo e ingiustificabile; dovuto forse solo all’immobilismo di coloro che mi dicevano da piccolo “fai il bravo” (nato nel 1943 e mai dichiarato autistico ma con 2 nipoti asperger-autistici; senza sapere mai cosa fosse l’autismo ho fatto una discreta carriera fino a dirigente di una piccola azienda) ; in parole povere non rompermi le scatole e osserva le norme sociali che mi tengono ben legato al mio livello sociale… Adesso mi diverto a dire che anche io sono autistico, non so a quale livello tra 0% e 100%, ma ci sono sicuramente, per diverse mie fissazioni sull’ordine, e sulla programmazione e sulle previsioni (tipo piano A e piano B e C … ), che non credevo di avere.

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