La voce degli autisticə vale
Tante figure diverse parlano di autismo, ciascuna dal proprio punto di vista, molto spesso in termini patologizzanti e superati. Gli autisticə da un po’ hanno iniziato ad esprimersi in merito, a studiare, specializzarsi nella ricerca, a scriverne, a portare uno sguardo nuovo, interpretazioni differenti. Grazie a questo importante contributo si è approdati ad un’altra idea di autismo, alla quale aderiscono anche parecchi genitori, caregiver e clinici. Il discorso si sposta da ambiti puramente medici, per assumere un altro respiro, coinvolgendo le scienze sociali, arricchendosi e trasformandosi.
Tuttavia, accade spesso che non parlare di autismo in termini deficitari sia percepito quasi come un insulto verso “il vero autismo”. Se ti fai portatore di questa narrazione, sei zittito, sminuito, messo in dubbio. Non conta tu abbia una certificazione o tua/o figlia/o un elevato bisogno di supporto, non ne saprai mai abbastanza, né sarai legittimatə abbastanza.
Legittimati invece: i depositari del sapere medico, anche in ambiti non medici, nei quali poco dovrebbero interessare i criteri del dsm. Unica narrazione accettata quella patologizzante e deficitaria; Gli autisticə di cui viene tollerata la voce: coloro i quali hanno interiorizzato questo tipo di sguardo.
Rifiutare di definirsi deficitari, per alcuni ne sminuisce le difficoltà. Ma si può essere sommersi dalle difficoltà eppure non definirsi deficitari. Ad essere sminuita invece, è la possibilità che una persona autistica possa avere una voce e delle opinioni in merito alla propria condizione, che possa autorappresentarsi, autodeterminarsi. La voce degli autisticə vale, il loro racconto emancipativo dell’autismo vale. Il frutto di riflessioni, studi, scambi, incontri, si condensa in voci piene di dignità che chiedono ascolto, rispetto, considerazione. Non si può prescindere da questo contributo fondamentale. La voce di tutti gli attori in gioco è importante, ma spesso ad essere invisibilizzata, delegittimata con toni paternalistici o della quale si pensa di poter fare a meno, è proprio quella delle persone autistiche.
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