Con calma faccio tutto
Nessuno mi ha mai permesso di seguire i miei tempi, a scuola prima e sul lavoro poi. Questo ha fatto si che combinassi sempre una marea di casini immani. E se ne fai tanti, alla fine ti convinci che forse non sei capace e che sbagliare è la tua prerogativa principale.
Quando mi è stato possibile seguire i miei tempi, avere pure la possibilità di distrarmi, divagare, saltare da un argomento ad un altro, ho dato il meglio di me. Posso capire che osservare questo modo di condurre le cose possa essere snervante per chi è abituato ad iniziare, svolgere un compito e portarlo a termine in maniera lineare. Lo capisco perché è stato altrettanto frustrante per me adeguarmi ad una modalità che ho capito non mi appartiene.
Il mio cervello non funziona in maniera lineare e per fare una cosa ho bisogno, di calma, silenzio e di essere libera di saltare dalla conclusione all’inizio, prendere tanti pezzi, gettarli alla rinfusa e poi rimetterli insieme dandogli un senso logico.
Non so perché si pensa che metterti qualcuno attaccato alla giugulare a ripeterti ogni 10 minuti:
“a che punto sei arrivat*?”
possa renderti più produttiv*.

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