L’Iceberg dell’Autismo
È difficile non eclissarsi in questo periodo dell’anno che da giornata dedicata all’autismo, ha finito per diventare un’enorme conglomerato di paccottiglia e stress.
Ma “a noi ci piacciono le cose difficili” o almeno a me piacciono molto e più si fa difficile, più mi intestardisco. Quindi si continua a contrastare la marea, gettando qualche sasso e sperando che l’onda che ne consegue si vada allargando sempre più.
Si continua a raccontare l’autismo, per portarne alla luce il lato nascosto. Che va oltre alle manifestazioni più evidenti, considerate troppo spesso comportamenti da estinguere, e che possono essere spiegate e comprese se solo si ha la volontà di andare un poco più a fondo.
Quindi se al centro commerciale ti salta all’occhio un bambino che si butta a terra scalciando, se ti spiego che le luci, il brusio, i colori delle merci, la musica in sottofondo, i profumi dei passanti e dei prodotti sono troppo da sopportare, forse non sarà più così strano o sconvolgente. Forse piano piano saremo in grado di concepire degli ambienti o delle strategie adeguate per non escludere tutta una fetta di popolazione da luoghi, situazioni, contesti…

Sotto la punta dell’iceberg popolato da bambini che sfarfallano all’unisono o emettono ecolalie, ci sta tutto un mondo di cause e conseguenze. Che se ti sembro troppo poco autistica (come mi hanno detto fino a poco fa), o troppo autistica per fare delle cose, magari potresti ricrederti. Che se parlo e mi esprimo più o meno correttamente, posso anche essere incomunicabile da sempre, perché tutto quello che dico viene travisato di continuo. Che se non ci voglio passare da quella strada e non so o non posso dire il perché, c’è sempre un motivo (la luce, sono troppo stanca…). Che il sopportare continuamente ciò che è intollerabile, spingermi oltre il limite provando a desensibilizzarmi, contrastare le mie giuste reazioni di paura, ansia, frustrazione, stress, non farà altro che portarmi al burnout infine. E ti sembrerò ancora più autistica, quando fino al giorno prima mi chiamavi “ad alto funzionamento”.
Di che sto parlando? Di quello che vivo ogni giorno.
Per questo è importante ascoltare le voci degli autistici, anche se non sono come i vostri figli, alunni, fratelli, amici… possono gettare luce lì dove adesso non si vede ad un palmo dal naso. E per fortuna ce ne sono tanti da leggere, ascoltare, guardare. Ognuno porta il suo vissuto, la sua particolare maniera di raccontare, per rendere il mondo un posto più a misura di autistico.
Le voci dell’autismo sono tante, fra tutte mi sento di consigliarvi:
Fabrizio Acanfora, AutisticRED, Etta Patapum, Neuropeculiar, Detournemente
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2 Commenti
grazie Ti!…<3
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