Cioccolata
Un quadratino, poi un altro.
-Basta, non ne mangio più, che mi fa male.
Ma ne prendo un altro e poi un altro ancora. Nel giro di cinque minuti ho fatto fuori tutta la tavoletta. Sento la bocca tremendamente dolciastra e mi brucia la gola. Partono i sensi di colpa per le calorie ingerite. Le vedo già depositarsi sotto forma di adipe proprio dove non dovrebbero. Lasciando sguarnite altre zone del mio corpo che invece trarrebbero giovamento da un’imbottitura (che non sia gommapiuma una volta tanto).
Sento approssimarsi fantomatici attacchi di appendicite. Prendo la bottiglietta d’acqua dalla borsa e bevo fino a spegnere l’arsura, sperando di depurarmi da tutte le tossine, dal glucosio in eccesso e dalle cazzate che mi si agitano per la mente. Ma continuo a sentirlo sotto forma di pizzicore al basso ventre, visualizzo le migliaia di calorie ingurgitate, depositarsi e tirar su famiglia tra le molli rotondità della mia pancetta.
Grazie alle lunghe camminate e agli spostamenti in bicicletta, mi sono sempre tenuta abbastanza in forma tanto da non dover stare troppo attenta al cibo. Ma non ho mai avuto un fisico scultoreo con muscoli tonici, addominali scolpiti e arrivata ad una certa età, come tutte le donne e mio malgrado, ho cominciato a notare quel bottone che fa fatica ad allacciarsi o la pelle a buccia d’arancia, riflessa nello specchio di un camerino di prova dalle luci impietose.
Ho sensi di colpa per tutto, ma cerco come posso di tenerli lontano dalla mia tavola, cominciando a credere innanzitutto che:
Se mangi senza provare alcun rimorso, allora non ingrassi.
Questo non sempre funziona però.
Almeno non con la cioccolata che è il mio punto debole, la mia passione e cibo consolatorio per eccellenza. Con la tv e Internet, è diventata una dipendenza. È quando sopraggiunge l’ansia, durante una passeggiata, al lavoro o in un qualsiasi altro momento della giornata, è una medicina infallibile per attenuarla. Forse per il magnesio al suo interno o per il contenuto spropositato di glucosio, non so.
Le vertigini che avevo cominciato ad avvertire poco prima, spariscono e ridivento presente e vigile. Riesco a dominare il fiato corto, due belle sorsate di acqua e smetto di iper ventilare. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, riesco ad emettere un respiro profondo con sbadiglio finale. Continuo a tamburellare nervosamente con le dita sulla gamba, ma non ho più la visione confusa e sfocata di poco prima. Qualcuno dovrebbe dirlo in giro, cioccolata contro l’ansia.
Molte case farmaceutiche si affretterebbero a brevettare il rimedio. Allora ci vorrebbe una prescrizione medica e diventerebbe “cioccolata terapeutica”. Qualcuno magari si accanirebbe contro quella illegale. Si dovrebbe prendere con lo stesso stato d’animo con cui si assume un farmaco, pensando ai possibili effetti collaterali o ai danni da assunzione prolungata. Metterebbero un bugiardino dentro alla confezione! Sarebbe pubblicizzata in tv con quella voce che parla velocissimo alla fine e non si capisce niente. Però sai che ha detto qualcosa di tremendamente importante, tipo che morirai o altro, con la stessa nonchalanche di uno che parla di vacanze al mare.
Assumere con cautela, è soggetta a prescrizione medica, può causare morte improvvisa, perdita dei capelli, lebbra, psicosi, allucinazioni, storidimento, amnesia…
Altra ansia aggiunta all’ansia. Credo che custodirò il segreto in fin dei conti.
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