Autopsia dell’errore
È più che mettersi in discussione, è rimestare nel passato mettendo tutto implacabilmente sotto sopra, senza farsi sconti. Rivivere singole situazioni, provando le stesse travolgenti emozioni.
“Stupida! Stupida!”
Un susseguirsi di sonore e autoinflitte sberle figurate.
“Cazzo che hai fatto! Cazzo che hai detto!”
Una canzone, un profumo, un sapore, un flashback e sono di nuovo lì. Tutto viene riesumato, sezionato, esaminato. E non se ne parla di provare a pensare ad altro, perché devo assolutamente capire dove ho sbagliato e cosa non dovrò mai più fare. Depennando da uno dei miei tanti diagrammi questa o quella voce archiviandola alla sezione:
“mai più”
Per ore, mi ritrovo persa in una interminabile necrofilia dei ricordi. E pensare che davvero ho una memoria pessima, e su questa carenza molti fanno affidamento. Ma di certe cose, mi ricordo tutto.
Tutto!
L’intonazione con cui mi hanno detto quella tal cosa (bella o brutta). Mi ricordo soprattutto come mi ha fatta sentire e me lo ricorderò per sempre, purtroppo e per fortuna. Ed è bello e una maledizione al tempo stesso.
Ci vorrebbe una sana via di mezzo tra la chirurgia del senno e la rimozione pedissequa. La sto ancora cercando.
Ti è piaciuto il post? Vuoi rimanere sempre aggiornato? Iscriviti alla Newsletter o lascia un like alla mia pagina Facebook. Ci trovi anche su YouTube, Instagram e Twitter
Nessun Commento