Non avendo nessuno in cui rispecchiarsi, crescendo alcune sensazioni non vengano comprese, validate o rimanere senza un nome. Si danno spiegazioni erronee a questi frequenti e misteriosi malesseri. Oppure, visto che non se ne conoscono le origini, si finisce col concludere che si tratti di esagerazioni… o peggio, di invenzioni belle e buone.
Alla lunga questo ti porta a dissociarti dalle tue sensazioni e spesso anche dal tuo stesso dolore. Questa negazione rende lo stare di merda per tutto il tempo: “normale”.
Ti abitui in pratica.
Tanto che mi sono resa conto di avere sempre avuto mal di testa, quando per la prima volta ho indossato delle lenti scure di colore marrone. Mi sono ritrovata a passeggiare fischiettando durante una di quelle tremende giornate dal cielo coperto e bianco.
Troppo spesso ho messo in dubbio le mie sensazioni perché nel tempo ho imparato a ritenerle inattendibili e quindi, ad ignorarle. Il passo successivo è stato imparare ad ignorare sentimenti ed emozioni. Tanto che adesso mi è difficile districarmi nella mia emotività che talvolta è un vero mistero.
Neanche tanto tempo fa, imputavo erroneamente questa confusione all’ autismo.
Mi succede ancora troppo spesso di mettere in dubbio le mie percezioni. Come quella volta in cui mi svegliai per il terremoto e pensai di averlo immaginato, imputando il frastuono ai fantasmi.
È davvero difficile non seguire sempre lo stesso schema, ma averlo visto è già un inizio.
Nessuno Bradipo e/o pinguino, è stato maltrattato durante la realizzazione si questa striscia.
[Descrizione immagini: la striscia di dieci vignette si chiama “Negazioni – l’imbarazzo della voragine”. Nella prima vignetta il titolo è riportato in alto, dentro ad un nastro di colore bianco. Al centro c’è il bradipo con aria stanca, è curvo e ha gli occhi semichiusi. Sta pensando: “mi sento strano”. Ha una nuvoletta e dei fulmini tutto attorno alla testa per simboleggiare un mal di testa e malessere in generale. Fuori campo qualcuno di non identificato dice: “Ma è una così bella giornata!”, “Avrai dormito male”, “sarà la primavera”: la didascalia recita: “Non avendo nessuno in cui rispecchiarsi, crescendo capita che alcune sensazioni non vengano comprese, validate o che rimangano senza un nome.” Nella seconda vignetta c’è sempre il Bradipo al centro della scena che pensa “mi sento strano”. Attorno arrivano delle voci che dicono “dai su, non drammatizzare!”, “ma non è nulla su”, Non esagerare dai!”. La didascalia recita: “si danno spiegazioni erronee a questi frequenti e misteriosi malesseri, oppure visto che no se ne conoscono le origini, si finisce col concludere che si tratti di esagerazioni…”. Nella terza vignetta il Bradipo è sempre al centro con le nuvolette e fulmini attorno alla testa e l’aria stanca. Pensa ancora: “Mi sento strano”. Fuori campo qualcuno dice: “Pensa a chi sta male veramente”, “tutte scuse per non andare a scuola!”. La didascalia recita: “… o peggio, di invenzioni belle e buone”. Nella quarta, il Bradipo sempre nella stessa posizione, pensa: “avranno ragione loro”. Fuori campo dicono: “non è nulla”, “tutte scuse”. La didascalia recita: “Alla lunga questo ti porta a dissociarti dalle tue sensazioni e spesso anche dal tuo stesso dolore…” Nella quinta, l centro della scena ci sono il Bradipo e un pinguino che gli domanda: “come va?”. Il Bradipo risponde: “Tutto bene”, ma ha sempre l’aria distrutta, le nuvolette e i fulmini attorno alla testa, attorno alla testa ci sono delle frecce che indicano: “vertigini, confusione mentale, mal di testa”. La didascalia recita: “Questa negazione rende lo stare di merda per tutto il tempo “normale”. Ti abitui in pratica.”. Nella sesta il Bradipo è da solo al centro della scena, indossa degli occhiali scuri e ha l’aria stupita. Dice: “ma che succede?!”. La didascalia recita: “Tanto che mi sono resa conto di avere sempre mal di testa, quando per la prima volta ho indossato delle lenti scure di colore marrone e il dolore si è ridimensionato parecchio.”. Nella settima il bradipo cammina spensierato e sorridente, con gli occhiali scuri indosso. La didascalia dice: “Troppo spesso ho messo in dubbio le mie sensazioni perché nel tempo ho imparato a ritenerle inattendibili e quindi ad ignorarle.”. Nell’ottava vignetta il bradipo sta ancora camminando indossando gli occhiali. Ha una zampa sulla fronte e dice: “mi sento una specie di voragine alla bocca dello stomaco. Potrebbe essere voglia di qualcosa di buono o diverse altre cose: ho l’imbarazzo della voragine”. Il suo corpo, dai piedi al collo, è colorato con 4 diversi colori (giallo, verde e due gradazioni di blu), a rappresentare altrettanti stati d’animo/emozioni: tristezza, ansia, angoscia, fame nervosa. La didascalia dice: “Poi ho imparato a ignorare anche sentimenti ed emozioni. Tanto che spesso mi è difficile districarmi nella mia emotività che talvolta è un vero mistero.”. Nella nona il Bradipo cammina assieme ad un pinguino che gli domanda: “come sta?” il Bradipo risponde: “Boh”. Il pinguino risponde: “Alessitimia!” e il Bradipo: “ok alessitiTUA e di tutta la famiglia tua”. La didascalia recita: “neanche tanto tempo fa, imputavo erroneamente questa confusione al mio autismo”. Nell’ultima c’è il Bradipo al centro, di fronte cona ria pensierosa. La didascalia recita: “mi capita ancora troppo spesso di mettere in dubbio le mie percezioni. Come quella volta in cui mmi svegliai per il terremoto e pensai di averlo immaginato, imputando il frastuono ai fantasmi.” Sotto il Bradipo, ha accanto du enuvolette del pensiero. In una c’è la parola “TERREMOTO” con una X rossa a simboleggiare che è un’opzione che scarta. Nell’altra c’è un fantasmino con una V verde e una frase: “mmhhh… mi sembra la spiegazione più plausibile”]
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