Normali
Dire “sembri normale” non è un complimento.
Non è nemmeno consolatorio. Se dico di essere autistica, è anche perché spero che col tempo cominci a non suscitare più tanto stupore, non perché io sia in cerca di un qualche tipo di consolazione.
“Dai su con la vita, che in fondo sembri normale”
Dovrei rispondere grazie?
Come se non essere “normali” sia qualcosa di brutto o la diversità qualcosa da non mostrare.
Essere o sembrare più o meno “normali” non rende migliori o peggiori di qualcun altro. Essere “normale” non è una cosa bella o brutta.
Anche se c’è chi la considera qualcosa di rassicurante a cui tendere e chi al contrario si vanta di non esserlo considerando la normalità espressione di grigiore e monotonia.
“Normale” è quello che accade con più frequenza. “Normale” non esiste perché tutti abbiamo stranezze piccole o grandi che occultiamo sapientemente ai più e riserviamo solo a chi ci è vicino, a chi ci è amico. Per paura di essere giudicati diversi, di essere giudicati strani.
Ma la somma di tanti “strani”, se questi finissero per diventare maggioranza, rappresenterebbe una nuova definizione di normalità e allora i cosiddetti “normali” andrebbero collocati fuori dalla norma.
E “SEMBREREBBERO” pure loro.
Le persone al mondo sono tutte diverse. Non mi risulta infatti che ce ne sia una uguale ad un’altra. E visto che la diversità è umana, non è che niente niente… magari… dico forse, la diversità è pure normale?
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